Storie di libertà: El Negro mata pacos

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STORIE DI LIBERTA’: EL NEGRO MATA PACOS

A proposito di libertà vorrei raccontare una storia, una bella storia. 

Ogni volta che la ascolto, o la leggo, mi appare sempre un sorriso sul volto accompagnato da qualche lacrima, chissà , forse il senso di libertà e dignità che si porta dietro tocca profondamente le mie corde. 

Proprio per questo provo davvero tanto piacere a condividerla.

 Si tratta della storia di un cane divenuto leggendario protettore dello studente in protesta. 

Si chiama EL NEGRO MATA PACOS 

Vuol dire il “nero ammazza sbirri”. 

Per la cronaca non ha mai fatto fuori nessuno, sapeva manifestare con dedizione e sapeva difendere i manifestanti. Se c’era qualcosa che proprio non  gli andava giù erano proprio le divise verdi dei carabinieri. 

 El Negro comincia la  sua storia di impegno politico nel 2011 quando il mondo studentesco è in fermento. In tutto il paese le scuole e le università scendono in piazza  a protestare contro il sistema di istruzione che è scarso e sempre più privatizzato.

Questo è un momento importante per il paese perché è la prima grande ondata di proteste dopo anni di relativa calma, calma che assomiglia più che altro a un torpore per certi aspetti ed è la prima volta che la generazione che scende in piazza si trova a fare i conti con una lotta organizzata e costante. 

La lotta inizia dalla capitale, Santiago.  

A Santiago in una casa non troppo distante dalla piazza principale dove gli studenti si radunano e scendono in strada, vive un cane nero insieme alla signora Maria che è la sua padrona, o meglio è la persona che gli offre una cuccia, perché la casa della signora Maria è piuttosto umile, un po’ come lei. Quindi non è che proprio lo mantenga, gli offre un tetto. 

È un cane di taglia media, meticcio e piuttosto vivace.. è abituato a chiedere di uscire e la signora Maria è abituata alle sue scorribande che durano anche tutta la giornata. A volte anche di più. 

La signora Maria inizia a notare che il Negro Mata Pacos , che fino a quel momento ha un altro nome che comunque non lo rappresenta, quindi trascurabile, si comporta in un modo  curioso , perché quando sente delle urla che arrivano dalla strada dove si sta formando il corteo impazzisce. Vuole uscire  a tutti i costi, gratta la porta, abbaia e lei ovviamente lo lascia fare. 

Poi un giorno El Negro torna a casa con una bella bandana nuova legata introno al collo e nei giorni a venire la bandana cambia. A quanto pare c’è qualcuno che si preoccupa di mettergliene sempre  una pulita una volta che c’è una manifestazione. 

La signora Maria però capisce cosa sta succedendo un giorno in cui  per caso tornando a casa  passa nella zona dove ferve la protesta. 

E là  davanti al corteo, come a condurlo c’è lui, il suo cane, che la vede e la riconosce, la saluta, ma torna subito al lavoro, ovvero guidare gli studenti in lotta.  Ed è così che inizia la carriera di protestante  professionista del El Negro Mata Pacos.

 Diventa una presenza costante, tutti gli studenti lo conoscono. E’ quello che, non solo è a capo del corteo, guida anche il gruppo degli altri cani randagi sul fronte perché loro stanno lì, in testa al corteo, sono i primi che vanno ad abbaiare ai carabinieri e a mordergli le gambe quando questi caricano e come notano con orgoglio i loro compagni di lotta umani se ne fottono dei lacrimogeni. Sono i più coraggiosi, i più forti. Non per niente, nel gergo cileno ci sono un sacco di modi di dire che usano i cani come esempio di forza :  per esempio “carne de ferro” qualcosa di resistente, di affidabile che non si rompe mai , che si ripara in fretta

El Negro Mata pacos ,  era una presenza costante nella protesta ed iniziano a fioccare le leggende su di lui..

Il Cile ha un rapporto curioso con la mistica e l’animismo ed è un attimo che El Negro si tramuta nella reincarnazione di uno studente morto in lotta. Oppure si tratta di un santo venuto a proteggere gli studenti che protestano.

Ma al  al di là del suo ruolo di condottiero in corteo El Negro comincia ad avere un ruolo ben più importante nella protesta studentesca, ovvero  quello di simbolo.

Ogni movimento, per grande o piccolo che sia ha un disperato bisogno di un iconografia che ne comunichi gli ideali e che ne faccia viaggiare i messaggi su più canali possibili. El Negro mata pacos è perfetto in questo senso. È un cane della strada, ha fame, è disposto a mordere se necessario ed è come  i giovani, gli importa delle stesse cose. E noi siamo come i cani per i politici, se abbaiamo troppo ci prendono a calci. 

 La prima volta che El Negro compare come immagine è in una delle università di Santiago più antiche del paese. Da qui partono le proteste ed è su un grande muro del cortile che gli studenti creano una gigantesca pittura murales, da una parte  ci sono le istituzioni, i politici, la repressione, dall’altra invece sono rappresentati gli studenti : la lotta e la speranza.

E in mezzo a loro un cagnolino nero con la bandana rossa : è El Negro mata pacos   assunto ormai a celebrità. 

 I giornali iniziano a raccontare le sua storia. Oramai non è possibile parlare di lui senza parlare della lotta, quindi è per forza un grande successo.

Se i media vogliono raccontare questa storia buffa devono per forza parlare anche di cose serie. Le stesse cose serie che stanno scoppiando in paese alle quali molte persone vorrebbero dare il minor peso possibile. 

Ma “per colpa” del Negro mata pacos questa cosa non è più possibile. 

La vita privata di una celebrità va scavata senza esagerare che poi si rischia di entrare nel gossip.

Però vi dico anche che a questo punto della sua carriera Mata paco ha due case e anche 2 madri. Una è la signora Maria, quella di prima. L altra è Marcela che gestisce un internet Point. 

Marcela ha una certa sensibilità nei confronti dei cani del quartiere per cui gli dava da mangiare e un alloggio quando necessario . El negro diventa il più assiduo frequentatore del suo negozio. 

E in realtà ogni volta che andava in marcia la signora Marcela rimaneva in pensiero perché aveva paura di non vederlo più tornare . Per questo a un  certo punto decide di mettergli un collare con il suo numero di cellulare. 

Però l esperimento dura poco. 

Da una parte nessuno considera Mata pacos davvero smarrito quando lo vedeva in giro anche perché era  sempre stato capacissimo di badare a se stesso senza nessun aiuto. 

Dall’altro erano molte invece le persone che telefonavano per insultare , erano sedicenti animalisti che la accusavano di non avere abbastanza cura del cane, che lei non  era abbastanza capace di occuparsi di lui e la intimavano a tenerlo a casa. E per dare più fastidio chiamavano anche quando era tardi, anche alle 3 del mattino. 

Così a un  certo punto si vede costretta a togliere la targhetta. 

Ma quando l’assenza di El Negro si prolunga troppo lei è preoccupata lo stesso. 

Ma per fortuna ci sono i social. 

Perché proprio come i vip Mata pacos ha una pagina facebook, anzi in realtà ne ha molte, ma una è più ufficiale delle altre.

Quindi quando Marcela è preoccupata scrive su una pagina e i ragazzi rispondono dove è stato visto l’ultima volta oppure che è lì con loro e sta benone. A proposito, Maria e Marcela non si conoscevano ma  diventano amiche, diventano come parenti dice Marcela. Mata pacos oltre a essere un valoroso guerrigliero sa anche scaldare i cuori delle persone che gli vogliono bene proprio come i personaggi veri della lotta. 

 Nel 2013 degli studenti gli dedicano un documentario 

( puoi trovarlo a questo link: qui documentario El Negro mata pacos

E’ in spagnolo ma ci sono dei bei filmati e potete vederlo in muso :-)

Mata pacos , come avrete immaginato, non è più tra noi. 

Se ne è andato nel 2017 in compagnia  dei suoi cari e del suo affezionato veterinario. 

È morto circondato di affetto ma la sua scomparsa non è collegata alla violenza della battaglia urbana anche se non mancano gli incidenti, per esempio una volta  è stato investito da un auto blindo ma ne è uscito piuttosto in forma lo stesso. 

Chissà forse lui avrebbe preferito andarsene in mezzo alla guerriglia e diventare un eroe nazionale ma in realtà un’eroe nazionale lo è diventato lo stesso. 

Sono molti gli artisti cileni ,e non solo ,che lo hanno rappresentato nelle loro opere ed è legato persino alle proteste di oggi in Cile. 

Oggi El Negro Mata Pacos è un eroe politico. Le sue statue vengono portate in corteo  dagli studenti stessi. 

Ma di lui ci sono anche statue in strada a cui vengono portate fiori e doni. 

Perché El Negro mata pacos rappresenta la protesta, la lotta dal basso del popolo ,perché anche se arrivi a 20 kg bagnato ma sei abbastanza coraggioso la tua la puoi abbaiare lo stesso. 

 Fate come negro… abbaiate. Date fastidio. “

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Trovi il racconto di El Negro sul podcast di Radio Popolare qui La storia di El Negro Mata Pacos raccontata da Radio popolare

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Spero che questo racconta abbia suscitato in te emozioni tanto quanto le ha suscitate in me.

A me ha fatto molto riflettere sulla relazione delle persone con i propri cani.

A volte ho la sensazione che non vediamo  realmente il mondo immenso che c’è dietro agli occhi di un cane. La sua capacità di scelta, i suoi desideri, la sua indipendenza. 

Una storia come questa mi rende ancora più triste riguardo a ciò che spesso si decide per loro, senza neanche porsi la domanda :

ma lui cosa ne penserebbe ?

Valentina Biedi